Brandplane

Strategic marketing and content consultancy for Brandplane's client companies.
Skills: Marketing · Marketing Strategy

Senior Marketing Strategist

Antonio Dalla Libera

Marketing consultancy services, including brand marketing, targeted strategies, digital and traditional marketing, as well as team and project management. Development of effective marketing strategies based on the specific needs of the company to enhance the success of brands, products, and services.

Marketing strategy consultant

Koncentus

I'm responsible for ✔ Strategic marketing for businesses ✔ Training in sales and effective communication ✔ Copywriting.

Co-founder / Marketing strategist

SOS WP

- Lead generation team management
- Management of the new training projects
- In cooperation with the team, creation of funnel on lead generation and new project launches

Project Manager and Funnel Strategist

I-Tech Medical Division

Strategic and operational consultant to the Marketing and Sales Department.

Marketing consultant

• Design and Web content management of the company websites
• Corporate blog and social media management combining the effective web communication with the medical technical language 
• Commercial team coaching about marketing and effective communication
• Supervision from the idea to the creation of the whole  commercial and promotional material online and offline
• Daily collaboration with the CEO, the Sales Director and the R&D Manager to develop the online and offline marketing strategies, aiming for the continuous technological innovation and the maximum sales coverage

Marketing Manager

Fully Cloud Solutions (Pradac Informatica spin-off)

• Web content management with keen attention for cloud projects
• Drafting of promotional documents 
• Design of multimedia presentations and supervision on company social media presence
• Negotiation and collaboration with vendor partners and related drawing up of business agreements
• Close collaboration with the business developer to execute and develope the marketing strategy

Marketing Manager Cloud Business Unit

Pradac Informatica S.r.l.

• Sviluppo della rete commerciale dei prodotti cloud relativi al progetto Fully (www.fullyhub.com). 
• Studio e continua ricerca di nuovi potenziali canali di vendita paralleli al progetto Fully (www.fullyhub.com), cercando di sfruttare il più possibile le conoscenze e le tecnologie già implementate da Pradac Informatica, come System Integrator
• Coordinamento delle risorse coinvolte negli aspetti commerciali (Proprietà, responsabile B.U. Cloud, e commerciali sul territorio italiano) accentrando le idee di tutti in un'unica azione propositiva per l'ottenimento della migliore soluzione di vendita possibile
•Supporto allo sviluppo di partnership strategiche attraverso la ricerca, il contatto e la negoziazione con potenziali aziende partner al fine di aumentare il valore dei prodotti a marchio Fully, sia dal punto di vista tecnico che commerciale

Sales and Marketing Manager Cloud Business Unit

Attività di progetto:

• Redazione e organizzazione della documentazione tecnica di progetto (es. specifiche, manuali, documentazione legale e commerciale)
• Gestione del calendario dei meeting, al fine di focalizzare il più possibile il team verso il raggiungimento degli obbiettivi del progetto
•Promuovere la comunicazione all’interno del team, allo scopo di migliorare il clima e la collaborazione del gruppo (es. mediare il dialogo tra il management e gli sviluppatori, aggiornare tempestivamente le persone su tutti i dettagli inerenti al progetto)

Attività Enterprise oriented:

• Gestione e archiviazione dei dati/documenti e delle varie “lessons learned” relative ai progetti  per facilitare il loro riutilizzo nei progetti futuri
• Promozione di una positiva immagine aziendale nel dialogo tra il management e i partner/clienti, valorizzando le competenze applicate nei progetti

Project Office Manager

Simed S.r.l.

Responsabile delle relazioni tecnico-commerciali con i clienti esteri, anche al di fuori del mercato europeo, con completa autonomia nelle scelte strategiche aziendali.

Account Executive

Responsabile di produzione con mansioni di pianificazione, documentazione e coordinamento del personale addetto al reparto produttivo hardware e customizzazione software. Supervisore alla gestione qualità nella produzione di apparecchiature elettromedicali.

Production Manager

OVERVIEW
I’m a Strategic Marketing Manager with 15+ years of experience.
I help B2B companies and professionals build clear, actionable and sustainable brand and marketing strategies.
I combine the rigor of scientific marketing with a pragmatic, human approach: no over-engineering, just clarity, structure and processes that truly work.
I support internal teams, train them, and help them grow.
I don’t just advise — I guide, simplify and build alongside them.
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WHO I AM
I specialize in brand, marketing and content strategy for B2B companies, with solid experience in health, wellness and ICT sectors.
I help entrepreneurs and marketing teams bring order to chaos through structured yet agile frameworks that turn strategy into action — without wasting time or energy.
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WHAT I OFFER
• Clear, grounded strategy: aligning business goals, branding and content through tailored, no-nonsense planning
• Team training and mentoring: empowering small marketing teams, improving internal processes and elevating strategic thinking
• Effective communication: crafting messages that align with the brand’s identity and resonate with the right audience
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WHY ME
• Reliable: I bring structure, presence and a clear vision
• Pragmatic: my strategies are simple to understand, easy to implement and designed to last
• Human: I guide without pressure, educate without ego and help you grow with confidence and autonomy
⸻
CONTACT
You can message me directly here on LinkedIn, send an email to info@antoniodallalibera.com or visit antoniodallalibera.com.

Questo è un post polarizzante

Scherzo. A Ferragosto su LinkedIn restano solo quattro gatti.
E se stai leggendo questo post…
🐈🐈‍⬛🐈

Strategic Marketing Manager | 15+ years in Health & Wellness, 10+ in ICT | Proven B2B growth experience | Committed to restoring trust in marketing.

GPT è crollato. Per fortuna io no.

Parlo dell’altro ieri, quando GPT mi ha lasciato a piedi a 20 minuti da una lunga call strategica.

Avevo creato nel tempo un thread lunghissimo, mesi di memoria storica di un cliente. Inoltre avevo impostato la call, era tutto pronto per due ore di lavoro insieme.
Messaggio di errore e tutto (proprio tutto) sparito con zero possibilità di recupero.

Panico? Non potevo. 😅
Modalità zen e ho fatto l’unica cosa possibile: usare il cervello.
Ho ripescato i miei appunti sempre aggiornati su Notion e i file su Drive, ho fatto mente locale su quello che ci eravamo detti nelle call precedenti e via, call “a manina” come ai vecchi tempi.

Un po’ come quando alle superiori mi facevo i bigliettini: erano talmente complessi che, per farli, dovevo studiare ancora di più.
E alla fine, quasi non mi servivano.

La morale ovviamente è di non affidarsi mai solo alla tecnologia.
L’AI velocizza tantissimo, è una manna ma non sostituisce il tuo studio, le tue intuizioni e i tuoi collegamenti logici.
Senza analisi critica, diventa un fuoco di paglia e chi si brucia sei tu. 
E i clienti se ne accorgono subito.

Per fortuna vengo dall’era analogica e so lavorare anche quando si spegne tutto.
E questo, l’AI non me lo potrà mai insegnare. Mi spiace un po’ per chi nasce ora, perché in tal senso rischia molto più di noi “vecchi”. 

———————
Sono un marketing strategist e ciò che condivido nasce dall’esperienza diretta con aziende, team e progetti.
Marketing concreto, non solo teoria, con tanto buon senso.

Molti si illudono che il successo personale basti a spiegare la comunicazione. In realtà, senza studio sistematico del marketing e centinaia di esperienze reali, si cade nel bias del tacchino induttivista: funziona tutto… finché non funziona più.

Analisi lucidissima di Francesco.

[STRAZZER, FERRAGNI, FUFFAGURU E MOLTI IMPRENDITORI SONO IL TACCHINO INDUTTIVISTA]

-

Vedo molti bravissimi creator che stanno analizzando la distruzione di Martina Strazzer dopo lo scandalo nel licenziamento di Sara paragonandola a Chiara Ferragni col Pandoro Gate. E si stupiscono che due tali professioniste della comunicazione non abbiano saputo gestire una crisi reputazionale.

Io invece mi stupisco che loro si stupiscano, perché questo stupore nasce dal non capire che gli influencer NON sono miei colleghi. Io sono un professionista del marketing, in bene e in male. Loro sono un prodotto del marketing. In particolare, non avendo loro studiato per una vita la comunicazione e non avendola applicata su centinaia di casi - oltre a cavalcare un’onda buona personale - non conoscono minimamente quel che NON sanno. Sono vittime del bias del tacchino induttivista.

Non sapete cosa sia? Piuttosto facile. Un tacchino ama il suo allevatore perché per mesi gli dà il cibo. Crea nella sua mente, da questa situazione ripetuta del becchime regalato ogni mattina, una regola per cui ogni giorno è fantastico e l’allevatore lo ama. In fondo è una regola corretta perché è sempre stata vera. Fino al giorno del ringraziamento, dove la regola non si applica più: e lascio a voi capire perché.

Chi è un influencer o creator, ma anche tutti i fuffaguru e tutti gli imprenditori che si sentono esperti di comunicazione mentre la loro azienda fa altro, sanno tutto, ma solo di quel che sanno. Non conoscono quanto non conoscono, perché la loro esperienza è solo aneddotica e personale. Nella loro testa le regole funzionano benissimo perché non avendo una istruzione formale e non avendo gestito centinaia di progetti e clienti diversi in ogni buona e cattiva sorte, la loro esperienza è di solito a senso unico e limitata. Facile creare regole per induzione, spesso con casi in larga parte positivi (altrimenti avrebbero già chiuso, c’è pure survivorship bias).

Funziona benissimo finché non funziona più. 

Se non hai studiato cosa succede il giorno del ringraziamento e cosa fare e non ti sei esercitata/o per anni con ogni sua variante, sei un tacchino induttivista.

Ripeto: vale per i creator, gli influencer, i guru, e qualsiasi persona che non ha studiato la comunicazione in modo sistematico e non si è fatta le spalle larghissime con montagne di esperienze diverse. Non insegnate. Vissute.

La mente umana è facilmente un tacchino induttivista. Per questo mi pagate l’esperienza e gli anni di bestemmie, anche se il marketing vi sembra facile e pensate di poterlo fare da soli.

Pubblicare questo post è inutile. E quindi utile.

Sarà il sabato pomeriggio, sarà che è agosto, sarà che fuori ci sono 17 gradi e sembra novembre.
Oggi è una di quelle giornate in cui rifletto su quello che faccio ogni giorno, e su cosa significhi davvero fare marketing.

Zero stimoli, zero voglia.
E allora mi chiedo: serve davvero tutto questo?
Essere qui, scrivere post, provare a spiegare non tanto cosa faccio, che è la parte facile, ma perché dovrebbe contare qualcosa per chi ha un’azienda, per chi è immerso ogni giorno in mille urgenze e mille post in questa piattaforma.

Sì, serve, ma solo se il marketing che stai facendo non è una reazione al mercato, ma una direzione che dai alla tua impresa.

E se vuoi capire cosa intendo, basta guardare i miei ultimi due post sulla strategia: li hanno letti in quattro gatti, ma li ho scritti in modo che possano valere anche tra tre mesi, non per tre minuti.

Perché il marketing strategico non vive nel picco dei like o nella rincorsa disordinata di iniziative scollegate che “dovrebbero” generare risultati.
Vive nella continuità delle scelte, nella capacità di mantenere coerenza anche quando il mercato è fermo, anche quando sembra che nessuno stia guardando.

È lì che nasce un posizionamento solido.
È lì che il brand smette di essere una decorazione su una brochure o su un sito, e diventa qualcosa di strutturato, un metodo, un sistema che ti aiuta a fare business.

Se oggi ti sembra tutto inutile, chiediti: sto progettando una crescita, o rincorrendo attività a caso?

La risposta ti dice quanto stai facendo marketing.
Marketing, non comunicazione.

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Sono un marketing strategist e ciò che condivido nasce dall’esperienza diretta con aziende, team e progetti. Marketing concreto, non solo teoria, con tanto buon senso.

Adv fighe: con Nelsen piatti li vuol lavare lui. 1981

Lo so che l’hai letta cantando il jingle dello spot tv. 😁

#repost

Ho avuto un’epifania ieri.

Verbalizzare is the new black.
Perché tenere dentro le cose logora.
Dirle, nel tono giusto, fa crescere relazioni e lavoro.

Skill per l’autunno 2025: imparare a verbalizzare bene.

Fare strategia non è decidere cosa fare, è decidere come pensare.

Leggevo che Walmart ai tempi, per aprire punti vendita sostenibili in aree con meno di 100.000 abitanti, ha riformulato il concetto stesso di negozio.
Ha progettato un sistema distribuito in cui tanti piccoli punti vendita agivano come un unico grande store, grazie a tecnologia centralizzata, logistica integrata e una regia unica.

Il risultato? Redditività altissima anche in aree “non sostenibili” per la concorrenza e il numero di abitanti.
Kmart, che ha continuato a ragionare in modo frammentato,  delegando le decisioni ai singoli punti vendita, ha chiuso nel 2002.

Occhio, ora arriva la regola generale:
Fare strategia significa sempre ragionare in modo sistemico e non sommare iniziative slegate.
È così nel retail, nel B2C, ma anche nel B2B, nella consulenza, nei servizi.

Anche una PMI può pensare in modo sistemico e un freelance pure. Basta smettere di gestire ogni canale, ogni test, ogni proposta come una cosa a sé.

Questo è l’approccio che produce business che durano:
sistemi interconnessi, obiettivi gerarchizzati con le giuste priorità e decisioni fondate su evidenze, non sull’istinto.

La strategia non è cosa fare, è come collegare tutto ciò che si fa. Facile? No; ma è così che funziona raga.


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Sono un marketing strategist e ciò che condivido nasce dall’esperienza diretta con aziende, team e progetti. Marketing concreto, non solo teoria, con tanto buon senso.

Growth o strategia? Il dilemma è mal posto.

Molti manager e anche diversi imprenditori si convincono che per crescere basti testare di continuo.
Ma senza una strategia di brand solida, i test generano solo frammentazione operativa, non crescita.

Il growth non è una serie di tentativi a caso o fini a se stessi.
È il risultato di una strategia coerente, dove ogni esperimento è finalizzato a costruire, badate bene, memoria, reputazione e fiducia.

Secondo le evidenze, non lo dico io sia chiaro, la crescita avviene quando aumentano l’awareness e la distintività mentale del brand, non quando si massimizzano conversioni occasionali.

“E se sto ancora costruendo il mio brand, ma devo vendere?”
Ti conosco mascherina e lo so che non vedevi l’ora di dirlo.  😉

È possibile testare (con buon senso) anche in fase di costruzione , purché con criteri precisi:
- Campagne ibride (awareness + conversione)
- Messaggi coerenti con l’identità in sviluppo
- Funnel snellissimi (brevi!) e guidati da chi sa collegarli alla strategia. Non estemporanei “tanto per”

Meglio molti meno test, ma sensati. Perché testare senza direzione equivale a potare una pianta senza radici. Lo faresti? 

Il vostro compito non è sperimentare tutto.
È costruire un sistema che renda ogni azione parte di un disegno più grande.
Il growth è solo un mezzo. La regia resta la strategia.

La regia. Resta. La. Strategia.
Mi raccomando raga. 😅


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Sono un marketing strategist e ciò che condivido nasce dall’esperienza diretta con aziende, team e progetti. Marketing concreto, non solo teoria, con tanto buon senso.

Post scomodo, ma necessario.
Quando entro in azienda, non porto solo strategie. Porto anche risposte a domande che nessuno fa da tempo.

“Puoi dare un’occhiata anche ai nostri fornitori marketing?”

Me lo chiedono più spesso di quanto si immagini.
E no, non è una richiesta secondaria.
È parte del mio lavoro valutare cosa sta funzionando, cosa no, e come ottimizzare l’insieme.
Si chiama spending review, ma nella realtà significa molto di più.

Significa guardare le cose per quello che sono, analizzare costi, competenze, compatibilità, tempi di risposta e capacità di adattarsi al progetto.
E significa farlo senza preconcetti: né contro chi c’è già, né a favore di chi potrei portare io.

Se un fornitore non è più allineato per metodo, per prezzo, per risultati, lo dico.
E quando serve, propongo professionisti seri con cui ho già lavorato e che so come si muovono.
Non ho nessuno da “piazzare”, ma una rete costruita negli anni con criterio, che metto a disposizione quando serve.

Non parto con l’idea di sostituire. Anzi, spesso basta poco per far migliorare la collaborazione esistente, creare più sinergia, ridurre gli sprechi e restituire coerenza all’insieme.

Il mio compito è aiutare l’azienda a far funzionare meglio le cose e chi lavora bene non deve temere nulla. Ma un marketing solido parte anche dal capire chi lavora per il bene del progetto, e chi no.

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Sono un marketing strategist e ciò che condivido nasce dall’esperienza diretta con aziende, team e progetti. Marketing concreto, non solo teoria, con tanto buon senso.

Comunicazione di servizio.
Avevo 22 richieste di collegamento ferme che si sono accumulate.
Sì, sono un maledetto pigro. 
Giuro che non sono sempre così. 😇

Ho finalmente accettato quasi tutte ma senza il messaggio di ringraziamento che mando sempre.
Quindi mi scuso e vi ringrazio qui, tutti insieme, come in una cena di Natale improvvisata. 😄

A chi non ho accettato, sorry, niente di personale.
Altrimenti rimanevamo bloccati in un limbo eterno.

La morale è:meglio tardi che mai. E meglio un post che 22 messaggi copia-incolla tutti uguali.

Il 90% dei problemi di branding non nasce da mancanza di idee. Nasce da errori che si ripetono sempre uguali.

Il più comune è fingere di essere ciò che non si è.
Una startup che si definisce “innovativa” e poi comunica con lo stesso tono di una multinazionale, non sembra innovativa ma insicura.

Un altro errore è confondere l’audacia con il caos.
Se cambi comunicazione (anche se lo chiami “brand”) ogni sei mesi, non stai dimostrando coraggio. Stai comunicando disordine e l’effetto è identico a chi non cambia mai nulla. Cioè sei invisibile.

Poi c’è l’illusione che le opinioni valgano come dati.
I pareri di un gruppo di amici o parenti non sono analisi qualitative e anzi, spesso rischiano di allontanarti ancora di più dal tuo mercato.

Altri errori comuni:
I valori non sono un optional, ma se suonano finti è peggio che non averli.
La coerenza non soffoca la creatività, la rende leggibile.
Il pensiero laterale funziona solo se prima hai basi solide. Non sono uno ossessionato dai dati ma servono anche i numeri, non solo post-it colorati.

E allora la domanda è questa: se il tuo brand fosse una persona, riuscirebbe a spiegare cosa fa senza annoiare dopo 30 secondi?
Se la risposta è no, il problema non è il logo. È che manca sostanza.

Un brand efficace non nasce per stupire. Nasce per durare, e richiede lacrime, sudore e sangue per svilupparsi.

P.S. repost di qualche mese fa, edulcorato perché invecchiando divento più moderato. 😅

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Sono un marketing strategist e ciò che condivido nasce dall’esperienza diretta con aziende, team e progetti.
Marketing concreto, non solo teoria, con tanto buon senso.

Cito: Alla fine, tra ciò che “è” e ciò che “dovrebbe essere”, la differenza la fai tu.

O distruggi… o ti adatti. Basta che stai bene.
Se ti trovi nel ragionamento, meno “cosa aggiungo” e più “cosa tolgo”.

Niente da aggiungere.
Buona domenica raga. 😊

Formulente - Formatore & Consulente per persone nel business. Facilitatore e guida nella trasformazione aziendale e nello sviluppo del mindset.

Il sabato della riflessione.

Tutti vogliono crescere, cambiare, migliorare.
Almeno a parole, spesso "spintanee".

Ma la vera domanda è un’altra:

“Cosa sei disposto a distruggere?”

Sì, distruggere. Perché “lasciar andare” suona bene… ma spesso non basta.

Vuoi davvero cambiare qualcosa?
Allora inizia a togliere. A rompere abitudini, convinzioni, sicurezze vuote.

Non hai spazio per il nuovo finché resti attaccato al vecchio.

Se ti senti frenato, guarda bene:
Cosa ti irrita?
Cosa ti blocca?
Cosa continui a sopportare?

Per me, quello è il punto d’inizio.

Non cercare risposte, crea spazio. E le risposte arrivano.

Alla fine, tra ciò che “è” e ciò che “dovrebbe essere”, la differenza la fai tu.

O distruggi… o ti adatti. Basta che stai bene.
Se ti trovi nel ragionamento, meno “cosa aggiungo” e più “cosa tolgo”.

Spoiler: è così che trovi le risposte.

Buona domenica.
#mindset #consapevolezza #cracsa

Taplio

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